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giovedì 6 novembre 2014

Le parole di Camplone, allenatore Pulcini 2006 e Tigrotti 2010-11, al quinto anno nella "sua" Sambuceto

Alessio Camplone
L'allenatore dei Pulcini 2006 e Tigrotti 2010-2011, Alessio Camplone, e il concetto di "spogliatoio": «cerco di trasmettere ai bambini l'idea di gruppo e il rispetto reciproco e degli avversari»

Ha soli 24 anni ma vanta già un'esperienza pluriennale alla guida dei ragazzi del Settore Giovanile della Folgore. Anzi, si tratta di uno dei mister più "longevi" dello staff a disposizione della compagine viola. Alessio Camplone, allenatore dei Pulcini 2006 e collaboratore dei "Tigrotti" 2010-2011, è infatti giunto al suo quinto anno di militanza a Sambuceto nelle vesti di trainer. Una lunga esperienza quindi, che il mister cerca di riassumere così: «Sono da sempre legato a questa realtà, e mi inorgoglisce poter lavorare per la squadra del mio paese. Ho sempre amato il calcio, sin da piccolissimo, e ho anche iniziato come calciatore. Poi, però, ho dovuto abbandonare la carriera agonistica. Non avendo più la possibilità di giocare, - svela il mister - ho ricevuto la proposta di iniziare ad allenare e l'ho subito accolta con grande entusiasmo. Per me è stato davvero facile accettare, poiché sono riuscito a "trasformare" la mia più grande passione in un "lavoro"».
Camplone spiega anche perché ha colto al volo l'occasione di allenare i più piccoli: «Ho scelto i bambini perché mi piace mettermi in gioco e per me rappresenta un impegno di grande responsabilità. In più, stare a contatto con i ragazzini è bellissimo poiché, anche nel mio ruolo, non smetto mai di "imparare": ogni giorno, infatti, dai bambini si possono apprendere cose nuove, e sono loro stessi che trasmettono continuamente l'entusiasmo e la voglia di fare».
L'attuale allenatore dei Pulcini 2006 ha inoltre vissuto in prima persona tutti i cambiamenti che hanno riguardato il calcio giovanile a Sambuceto: «Nel corso degli anni sono cambiate molte cose, la maggior parte delle quali in positivo. Ad esempio - spiega mister Camplone - ho notato maggiore organizzazione e, da quando siamo diventati una scuola calcio qualificata a tutti gli effetti, e con tutte le categorie giovanili disponibili, anche il numero degli iscritti è aumentato sensibilmente. In più, posso dire di aver visto nascere e svilupparsi la Cittadella dello Sport, che ritengo un fiore all'occhiello per Sambuceto e non solo. Credo che si tratti di una delle migliori strutture della zona, e tra le prime in Abruzzo per tutti gli sport che "abbraccia"».
Una realtà ben strutturata, quella della Folgore, dove ciascuno ricopre un ruolo importante e ben definito, così come ci tiene a sottolineare Camplone: «A voler essere precisi, più che un "allenatore"mi ritengo un "istruttore". Il mio compito principale è infatti quello di insegnare ai miei bambini  a divertirsi e a imparare in un contesto sano e rispettando le regole».
Lo sport, e il calcio in particolare, per il giovane mister si conciliano in maniera quasi naturale con l'aspetto educativo dei più piccoli: «L'ambiente sportivo è, nella maggior parte dei casi, legato indissolubilmente al concetto di "gruppo": fare amicizia, sapersi relazionare con i propri compagni, e rispettare i vari ruoli, sono sicuramente prerogative importanti e utilissime nella vita di tutti i giorni».
Per esprimere meglio quest'ultimo pensiero, Alessio Camplone fornisce un ulteriore esempio molto calzante: «per quanto riguarda i miei Pulcini, sto lavorando molto sul cosiddetto "spogliatoio", inteso sia come luogo nel quale i bambini apprendono le prime nozioni per diventare "autonomi", che nell'accezione più ampia del termine, dove i ragazzi imparano a incitarsi tra loro, e a rispettare i mister e gli avversari anche attraverso il semplice gesto del "saluto" prima e dopo ogni allenamento o partita».
Infine, mister Camplone rivolge un pensiero particolare per un suo giovane collaboratore: «Lorenzo Onesti sta imparando le prime nozioni per diventare "istruttore", ed è davvero un ragazzo in gamba; mi dà una grande mano con i Pulcini 2006 e non posso che ringraziarlo per la grande pazienza che sta dimostrando di avere e per la voglia di fare e di apprendere rapidamente».

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